La Storia
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Origini
Le ipotesi formulate dagli studiosi sulle origini di Termoli sono varie. Tralasciando le controversie sulla derivazione del nome “Therma” o “Thermopoli” che alcuni riconoscono di matrice latina, altri di derivazione greca, quella più accreditata vuole che Termoli sia la continuazione dell’antica città denominata Buca, porto romano della Frentania. Ciò si ipotizza da una lapide riportata da Gianbattista Pollidori e ad alcune designazioni di Strabone e Tolomeo che nelle loro geografie avevano situato questo centro abitato tra il fiume Tiferno (Biferno) e Istonio (odierna Vasto).
Strabone scrive: "Dopo l'Aterno vi é Ortona, porto dei Frentani e Buca, anch'essa dei Frentani, confinante con Teano Apulo", e ancora: "Dopo del lago (di Lesina) si naviga ai Frentani e a Buca: dall'una e dall'altra parte del lago, sia fino a Buca che fino al Gargano vi sono duecento stadi".
Lo storico Momsen nei suoi schizzi di Geografia antica pone la città di Buca nel sito dove oggi sorge Termoli. Data la fama dello storico tedesco l'ipotesi andrebbe accettata se non si opponessero delle osservazioni non prive di legittimo valore.
Innanzitutto si oppone l'attuale denominazione di Termoli la cui etimologia é ben lontana da quella di Buca e non sarebbe facile spiegare per quale motivo, nel caso di identità tra Buca e Termoli, la nuova città avrebbe sentito il bisogno di rinunziare all'antica e quindi onorifica denominazione per assumere l'attuale. Inoltre se la nostra città - come ben nota il Prof Luigi Ragni - fosse stata la continuatrice dell'antica Buca, data la remota età a cui risale la nostra Sede vescovile, tale sede per la prassi della Chiesa sempre rispettosa delle antiche tradizioni, sin dalle origini sarebbe stata denominata Dioecesis Bucana e non Dioecesis Thermulana o Thermularum.
Inoltre, ad un attento esame dei passi di Strabone in cui si fa cenno a Buca e alla sua posizione geografica, emerge una notevole imprecisione sia riguardo al sito sia riguardo alle distanze computate tra Buca e alcune località frentane e di territori contigui.
Infatti come nota il Raimondi nel suo volume sui Frentani, secondo il primo passo di Strabone, Buca situata sul litorale adriatico e considerata come ultima città dei Frentani, viene definita confinante con Teano Apulo, situata ai tempi dei Romani al di là del fiume Fortore, ove poi venne costruita Civitate. Data la distanza tra il sito dell'attuale Termoli e il fiume Fortore la contiguità tra Buca e Teano é da considerarsi con molta approssimazione. Né é privo di imprecisione l'altro passo di Strabone ove si afferma che "dall'una e dall'altra parte del lago, sia fino a Buca che fino al Gargano" vi sono 200 stadi, cioé circa 40 chilometri. Tale distanza, in verità, non si misura da Termoli al lago di Lesina. Meno controversa é l'osservazione di Tolomeo il quale colloca Buca sul litorale adriatico tra le foci del Tiferno e Istonio, ad una distanza da questi estremi che risponde al sito di Termoli.
Oggi é opinione accreditata tra non pochi storici che Buca fosse situata a nord di Istonio e precisamente sulla lingua di terra sino al sec. XVI denominata "Sala Buca", oggi chiamata "Punta Penna". Secondo tale affermazione Buca é posta tra Istonio e Ortona e non a sud di Istonio come sarebbe venuta a trovarsi se fosse da identificarsi con Termoli.
Recentemente il Prof. Filippo di Donato, dell'Università di Pescara, avvalendosi di alcune fotografie aeree a raggi infrarossi scattate sul litorale a nord di Termoli, ha fatto una interessante comunicazione circa la possibile esistenza di una città sommersa per il fenomeno del bradisismo, nel sottosuolo della costa molisana a circa 4 - 6 Km. dalla nostra città. La notizia potrebbe far pensare all'antichissima città di BUCA. La questione di Buca quindi non é definitivamente risolta. Nulla impedisce che nel futuro per un progresso positivo delle indagini o per quelle sorprese che possono derivare da ulteriori ritrovamenti storici, ritorni all'attenzione degli studiosi la tesi della identificazione di Termoli con Buca e che venga così confermata la opinione dell'insigne storico Momsen.
Derivazione di Cliternia
Altra ipotesi sulle origini di Termoli, riteneva che la nostra città fosse sorta sulle rovine dell'antica Cliternia. Tale opinione non ebbe molta fortuna e rimane smentita senz'altro da Mons. Giovanni Andrea Tria il quale, nelle sue Memorie storiche della Diocesi di Larino (1700) e precisamente nel Libro I cap. IV, parla di Cliternia, città marittima dei Frentani e pone la sua ubicazione tra il Fortore e il Biferno, mentre Termoli viene a trovarsi non a sud ma a nord del Biferno; inoltre nel Libro IV, cap. IV l'autore smentisce l'ipotesi di coloro che avrebbero situato la città dei Frentani nella terra dei Marsi, identificandola con l'odierna Celano e non fa alcun cenno della possibile identificazione di Cliternia con Termoli.
TERMOLI PAST AND PRESENT:There are many theories on the origins of Termoli and it’s position.
The most accredited “Tres Moles” for the three towers that were part of the defensive system, “Thermulae” from supposed termal springs and also “Interamnia” because Termoli is positioned between two rivers, Biferno and Sinarca.
It has also been identified with the ancient city called “Buca” roman harbour of Frentania, but there is no evident proof, it’s more likely situated where Punta Penna stand today, at north of Vasto.
One of the most important episode of Termoli’s recent history was the landing by sea of the British Brigade in October 1943, which saved termoli and it’s inhabitants from the German during the II world war.
Termoli is divided into two areas, the old suburb and the town built outside the walls.
The old suburb is surrounded by a wall, built in the late middle age to defend the town from the attack of the Turks, it juts out into the Adriatic sea, and is a typical medieval suburb with many winding narrow lanes, infact Termoli ha one of Europe’s norrowest lane called “rejecelle”.
In the heart of the suburb, Piazza Duomo, where all the streets and lanes meet, stands the Cathedral which was probably first built in the VI centuary , destroyed and rebuilt many times, Romanesque architecture which houses the relics of the two city's patron saints, Saint Basso and Saint Timoteo.
Inside the suburb there is a castle built by Federico II in 1247, a large square base, and on top four round turrets placed on each corner, which coincide with the four cardinal points.
In 1847 Ferdinand II of Bourbon, gave his permission to build outside the walls to extend the town.
A centuary later, and after the two world wars, that involved Termoli, the town progressively underwent an increase thanks to migration, tourism, fishing industry and other types of industries such as Fiat.
In recent years Termoli has developed in a well balanced manner due to it’s well placed position, facilited road communication, railway and the port that connects Termoli with the Tremiti Isles.
Today Termoli has about 33.500 inhabitants who live in the many new suburbs.
Every year Termoli organises entertainment throughout the summer season with film festival, theatre, folklore festival, concerts, sport events and recreation.
The 4th of August is Termoli’s patron saints day, called “San Basso”, in order to venerate the Saint, the statue is taken in procession at sea, along Termoli’s north coast with all the fishing boats that follow, Termoli’s residents and turists can get on the boats for a mini cruise.
On the 15th of August a spectacular firework exhibition takes place at sea and along the castle walls, another tradition, usually the last weekend of August is the “Sagra del Pesce” tons of fish is fried in giant pans and eaten at the port of Termoli.
Since 2003 the EEC has assigned Termoli with the “Bandiera Blu” (blue flag), a special acknowledgement given to seaside resorts that are the cleanest a most well equipped in Italy.
Not far from the centre of Termoli, in Rio Vivo, stands a tower that is the point in which the 15 meridian and the 42 parallel intersect, regulating the official mean time for central Europe.
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Termoli: Il Borgo, La Città
La città oggi si presenta suddivisa in due zone ben distinte per caratteri architettonici: il Borgo Vecchio, che, edificato su un promontorio, si protende sul mare come la prua di una nave e la Città Nuova, che si eleva dal livello del mare poco meno di 30 metri.
Il Borgo, lambito dalle acque dell'Adriatico, divide le due spiagge della città: S. Pietro (Rio vivo) ad oriente e S. Antonio ad occidente, denominazione motivata dalla passata esistenza di due chiese, una dedicata al primo Papa e l'altra al popolare Santo francescano.
Le inequivocabili caratteristiche architettoniche della struttura muraria del Borgo, consentono di fissare l'epoca della sua costruzione, al Basso Medio Evo, quando gli abitanti dei luoghi si rifugiarono sul promontorio dal primo Sacco dei Turchi, avvenuto verso il 1567. La zona era facilmente difendibile, aperta com'era sul mare, su un promontorio alto, con un unico accesso alla terraferma, così che diede vita ad un antico villaggio di pescatori.
La prima costruzione fu la Cattedrale che, oltre a testimoniare la presenza di un vescovo e quindi di una diocesi, è anche il fulcro del Borgo, luogo verso il quale confluiscono strade e vie.
La presenza, oltre dell'edificio sacro, anche del Castello, voluto forse da Federico II come torre di vedetta sull'Adriatico (non del tutto diverso nelle funzioni dalle torrette allineate lungo la S.S. 16 a Nord di Termoli) denota un periodo di splendore intorno al XII e XIII sec. d.C.
Il primo sviluppo urbanistico oltre le mura del borgo, ci fu nel 1847 quando Ferdinando II di Borbone, in occasione di una visita a Termoli, (il cui territorio era parte del suo Regno), concesse agli abitanti il permesso di costruire 'extra moenia', ovvero verso l’entroterra.
Un secolo dopo, a partire dal Dopoguerra la città ha subito un notevole sviluppo improvviso nell'entroterra, andando di pari passo con lo sviluppo del nucleo industriale intorno agli anni Settanta quando a Termoli furono costruite numerose aziende tra cui la FIAT; di cui ancora oggi il settore industriale rappresenta il fulcro dell'economia della zona.
Ora Termoli si estende su un vasto territorio; è servita da importanti infrastrutture di comunicazione quali la ferrovia (anni Sessanta), l'autostrada (anni Ottanta), il porto, nonché la strada statale Bifernina, principale asse di collegamento con l'entroterra molisano e con la fascia tirrenica.
Negli anni Novanta la città ha proseguito il suo sviluppo verso l’interno con nuovi quartieri nelle zone di Porticone e Difesa Grande.
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La Linea Gotica
Un episodio che non può essere di certo tralasciato nella storia di Termoli, è quello della battaglia della seconda guerra mondiale, soprattutto per l’ incisione che ebbe tra i civili.
Tutto cominciò nelle primissime ore del 3 ottobre 1943, alle 2.15, quando da una nave di appoggio ancorata a circa trecento metri dalla costa vennero calate in mare decine e decine di mezzi anfibi dai quali sbarcarono sulla marina di Sant’Antonio un migliaio di fanti di mare che facevano parte delle Brigate Speciali dell’8 Armata britannica comandata dal generale Law Bernard Montgomery.
Le operazioni di sbarco avvennero regolarmente e i giovani del 40 comando risalirono attraverso impervi declivi verso alcuni punti strategici: la linea ferroviaria e la stazione, gli incroci della Statale 16 a nord e a sud del paese avendo come obiettivi l’Albergo Corona, sede del Comando tedesco, e l’Edificio Principe di Piemonte, dove alloggiava la truppa.
foto d'epoca esercito tedesco
La presa di Termoli era parte integrante di un più vasto piano d’azione angloamericano: non dare tregua ai tedeschi infrangendo la Linea Viktor PAR Biferno – Volturno predisposta dal Feld-maresciallo Kesselring.
Il Comando tedesco consapevole della pressione alleata che veniva da sud e della inadeguatezza delle proprie forze sul versante Biferno – Fortore aveva provveduto a rinforzare lo schieramento di terra e per ritardare l’attacco su Termoli il 15 settembre aveva fatto saltare il ponte sul Biferno e il 2 ottobre con cariche di esplosivo danneggiato in più punti il molo del porticciolo. I tedeschi si aspettavano l’attacco, ma vennero ugualmente colti di sorpresa Nonostante il coprifuoco imposto fin da agosto e l’osservatore installato sul campanile della Cattedrale, l’attacco fu improvviso, rapido ed efficace. I graduati alloggiati nell’attuale hotel Corona reagirono furiosamente e più che arrendersi preferirono battersi: nello scontro persero la vita un maresciallo tedesco, un ufficiale inglese e una cameriera mentre il comandante venne catturato in camicia da notte.
Lo stesso fecero i soldati di stanza nella scuola elementare e la battaglia dilagò per le vie adiacenti e nella zona che dall’Albergo digradava verso il colle di Santa Lucia.
Con il passare delle ore i combattimenti persero gradualmente di intensità per cessare del tutto intorno alle ore 20. Il bilancio fu pesante, costò la vita a molti tedeschi, altri feriti, una settantina catturati, altri tentarono la fuga verso San Giacomo degli Schiavoni con l’intento di fuggire a Guglionesi dove il comandante Steiner, aveva predisposto una postazione di sbarramento che gli inglesi non riuscirono ad eliminare.
Malgrado tutto, verso le 8 del giorno seguente, il dì 4 ottobre, i cannoneggiamenti tedeschi ricominciarono e investirono tutto il centro abitato con pesanti conseguenze per la popolazione civile. I bombardamenti misero a dura prova il morale della popolazione, le vie della città e soprattutto Via Oliviero, Largo Castello,Via Fratelli Brigida, Largo Crocetta PAR incrocio tra corso Fratelli Brigida e Corso Umberto I, erano ricoperte da cumoli di macerie e arrossate anche del sangue dei civili.
foto d'epoca resistenza
La resistenza tedesca si rilevò più dura del previsto perché sostenuta poi dai rinforzi dalla Campania. Si arrivò a combattere nelle zone circostanti il centro, come Ponte Tamburro, Casa la Croce, e Difesa Grande, dove l’offensiva tedesca prevalse sulla resistenza tedesca ma costò ad entrambi gli schieramenti centinaia di morti e la messa fuori uso di numerosi mezzi blindati. Si arrivò quindi al 10 ottobre, quando i termolesi poterono non sentire più l’incubo degli allarmi, delle esplosioni e della morte. Tuttavia l’evento incise sulla memoria dei termolesi, il ricordo dei tedeschi sempre armati, del coprifuoco e della battaglia con i suoi morti anche tra civili.
Dopo la fine di quei terribili giorni, la città fu amministrata da Town Mayor che ebbe sempre un atteggiamento positivo e democratico con i cittadini, tanto che dopo il 10 ottobre, finalmente si iniziò a pensare ad una vita tranquilla.
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Etimologia del Nome
TRES MOLES
La prima interpretazione viene fornita dall'Arcidiacono Tommaso da Termoli, il quale vissuto nel 1400 fu consacrato Vescovo di Guardialfiera dal Papa Innocenzo. Questi, oltre che uomo di chiesa si affermò esimio scrittore di epigrammi latini. Tra le sue produzioni poetiche si legge il seguente epigramma: "Sunt qui tres moles, sunt qui urbi balnea parva Tres moles formant urbem, Termaeque decorant Parvae, quod mavis tu tibi lector Labe. Litterulas variat variata in nomine origo Datque metrum varium, dat numerumque simul".
Dai versi risulta evidente l'opinione del prelato poeta il quale derivava la denominazione Termoli sia dalla supposta esistenza, presso la città, di piccole terme sia dalla presenza in essa di tre Torri.
INTERAMNIA
II Romanelli vorrebbe far derivare la parola "Termoli" dalla corruzione del termine Interamnia e scrive: "Chi non vede che Termoli é corruzione d'Interamnia? Da quell'inter è derivato Ter, al quale si è aggiunto il resto a capriccio nella decadenza della lingua latina dominante", affermazione con la quale si trovano spesso opinioni contrastanti, per via delle leggi della fonetica.
TERMULANA CIVITAS
L'Ughelli, nella storia dei Vescovi della diocesi afferma che la Termulana Civitas è così chiamata perché "quasi terminus Apuliae dicta, in regione Frentanorum, hodie in Provincia Capitanata ad mare posita est".
In realtà Termoli non ha mai segnato i confini della Puglia Daunia che dai geografi antichi e moderni sono riconosciuti nel fiume Frontone, oggi denominato Fortore che dista da Termoli quasi 28 chilometri.
Mons. Giannelli nelle sue "Memorie" annota al riguardo: "Questa città non è sempre servita di confine tra la Puglia Daunia e li Frentani o fra Capitanata e gli Abruzzi. La Puglia Daunia a sentimento di tutti i Geografi verso queste contrade non estendeva i suoi confini più oltre del fiume Frontone oggi Fortore dilatati fino al fiume Biferno nella divisione dell'Italia formata in regioni per ordine dell'imperatore Cesare Augusto e si osserva lo stesso nella divisione in Province formata per ordine dell'Imperatore Adriano. Dopo il X secolo gli imperatori d'Oriente per custodire e governare questa parte della Puglia tolta alli Principi di Benevento e all'alto dominio degli Occidentali Imperatori, costituirono nella ben munita piazza di Bari, Uffiziale che per la sua indefinita giurisdizione Catapano era chiamato: quale Ministro, nome simile al suo diede alla Provincia, che Catapanata o Capitanata fu detta, come adesso ancora si chiama. I confini allora della medesima furono gli stessi, anzi più ristretti della Daunia verso Occidente; talché delle città marittime comprendeva solo Siponte e di popoli di questa contrada rimasero soggetti ai Principi Longobardi sinoacché non furono dai valorosi Normanni soggiogati. Quindi è che se questa città non era stata confine nella Daunia, ma quasi centro nei Frentani, non era stata designata per termine nelle divisioni di Augusto e di Adriano, non era stata confine nello Stato dei Principi Longobardi, ma capo di illustre contado e finalmente non era confine della Capitanata ma confine solo é divenuta dopo il sec. XIII in cui incomincia la divisione di questo Regno in province, non si può ammettere l'etimologia dell'Ughelli senza supporre che prima del suddetto sec. XIII avesse avuto altro nome. II che non essendo vero, mentre questa città Termoli era detta nei secoli molto antecedenti, fa uopo che per altra cagione ebbe tal nome."
Lorenzo Pignorio riprendendo la ipotesi dell'Arcidiacono Tommaso, fa derivare il nome della nostra città da Termulae, piccole Terme che dovevano trovarsi nei pressi della stessa città. L'autore nella sua nota storica parlando del terremoto del 30 luglio 1625 che funestò gravemente la regione frentana, asserisce che nel territorio di Termoli sgorgarono in gran quantità... "le vene e le scaturigini delle acque calde e delle terme la di cui gran copia si deduce dal nome stesso di Thermularum, oggi Termoli dato a questa città".
L'epigramma è riportato nei primi due versi anche dal nostro Arciprete Francesco Paolo Menna in una nota della Dissertazione circa il ritrovamento delle Reliquie di S. Basso Martire, Vescovo di Nizza e Patrono della nostra città...: dissertazione scritta e presentata a Roma preso l'Accademia degl'Immaturi nel 4 agosto del 1767.
TERMON
II Mons. Tommaso Giannelli Vescovo di Termoli dal 1753 al 1768, nel suo già ricordato manoscritto avanza un'opinione che afferma di desumere da antiche memorie di cui si ignora l'origine e scrive: "Si narra che Diomede, re di Eolia, dopo Achille e Aiace il più valoroso fra li greci eroi, che furono all'assedio di Troia, seguita di quella città la fatale rovina, non volle ritornare alle patrie contrade, ma verso l'Italia dirizzò il cammino. Si fermò nelle Isole alle quali diede il suo nome e di Tremiti oggi son dette. Di li passò al Gargano monte che egli riuscì di conquistare e poi, per ristorarsi sulle passate sciagure, fondò colla sua gente città che oggi a piena bocca per pregio di antichità il vantano Fondatore. Se le città più lontane, come Benevento, si lusingano di origine gloriosa cotanto antica, perché lo stesso di questa a quel monte più vicina e nella rada dello stesso Adriatico mare non é lecito asserire?". Servio che scrisse aver Diomede fondate alcune città non esclude la fondazione delle altre, mentre dice che "Diomedes...edomita omni montis Gargani moltitudine, in eodem tractu civitates multas condidit".
E se non esclude la fondazione delle altre città, anzi asserisce che nella regione del monte suddetto ne edificò molte, è molto verosimile aver fondato questa che si chiama Termon in greco, poi Termoli nell'italiana lingua, quale termine delle città... marittime, essendo le altre nell'interno.
L'opinione del venerato Mons. Giannelli, benché da lui definita "congettura" ha dei fondamenti storici. Vi sono, infatti, solide tradizioni che fanno derivare diverse città del litorale adriatico come città fondate da colonie elleniche.
TERMOLANTES
Ultima in ordine cronologico si presenta la tesi di Mons. Gennaro De Rubertis, anch'egli Vescovo di Termoli dal 1827 al 1845. Nei cenni storici stesi per richiesta dell'Abate Vincenzo D'Avino intorno alla Diocesi di Termoli e pubblicati a Napoli nel 1848 scrive: "Noi facciamo derivare Termoli da Termolantes, parola abbastanza nota nei lessici della mezza età, che denotava terre appartenenti alla chiesa, libere ed immuni dalla podestà secolare. Infatti, si ha nella storia, che i primi tenutari di Termoli furono i Monaci di Montecassino. E Leone Ostiense, che per primo faceva uso di tale vocabolo, era monaco cassinese, e scriveva la storia di Montecassino".
Non si può affatto negare l'appartenenza di Termoli, in un periodo storico, all'abbazia di Montecassino prima per concessione dei Principi di Benevento e poi per conferma dell'imperatore Arrigo II con decreto dell'anno 1014.
Ora pur riconoscendo la storicità del dominio di Montecassino su Termoli non si avverte la ragione perché terre appartenenti alle chiese, libere ed immuni dalla podestà secolare dovessero chiamarsi Termolantes da cui sarebbe derivato il nome di Termoli. In simili condizioni venivano a trovarsi indubbiamente altri territori per i quali avremmo dovuto riscontrare la medesima denominazione: e ciò non risulta. Inoltre giova ancora osservare che pur volendo riconoscere storica la tesi di Mons. De Rubertis, sorge la questione del come venisse chiamata la città prima del dominio cassinese e in tal caso come verrebbe a spiegarsi il totale silenzio al riguardo.
Pertanto anche quest’ ultima ipotesi lascia insoluta la questione.
LE TERME
L'Abate Domenico Romanelli, nativo di Fossacesia e che durante la sua lunga vita dal 1736 al 1819 fu instancabile ricercatore di patrie memorie, nella sua opera "Scoverte frentane" scrive: "In tutto l'agro di Termoli è prodigioso il numero di sorgive mediche termali, degli antichi acquedotti che vi sono stati scoverti e dei sotteranei cunicoli". Da queste terme si vuolderivare il nome di Termoli, escluso quello di Interamnia che dalla vicinanza e dal concorso dei fiumi scorrenti intorno Fortore, Asinarca e Tiferno aveva sortito. II sacerdote Prof. Luigi Ragni, nostro concittadino nel suo studio sulla origine di Termoli scrive al riguardo di sorgenti termali: "A poca distanza dall'abitato di Termoli, a cinquecento metri o giù di lì con leggero pendio verso il mare si estende la incantevole spiaggia di Rio Vivo, detta così dal nome di un ruscelletto che ivi scorre senza interruzione. Sotto il letto arenoso di esso, e sotto un ponte, ivi costruito per la ferrovia, si trovano nascoste delle piccole terme (thermulae); e a pochi passi, lungo il lido un pavimento di mattonelle ben connesse. Quando il ruscelletto in piena e il mare in tempesta portano via l'arena, restano scoperte a fior di terra e si possono ammirare. Parecchi anni dietro le ho viste io, e, per quanto la memoria mi sarà fedele, cercherò di descriverle. Come si sa, le celle da bagni presso gli antichi venivano aggruppate a maggiore o minore distanza dalla fornace. Esse prendevano il nome dal diverso grado di calore, chiamandosi tepidarium la camera da traspirare mediante riscaldamento dell'aria; caldarium la cella dei bagni d'acqua calda; frigidarium la camera dei bagni freddi. Bacini o tinozze (solium, alveus) sorgevano nel mezzo dei caldari e dei frigidari. Di questo genere appunto sono quelle che si osservano a Termoli. Costruite di mattonelle con abbondante e tenacissima malta, hanno potuto resistere alle piene del torrentello e alle furie del mare in burrasca" (pag. 24-25).
Pur facendo fede a quanto il Romanelli ha scritto circa la presenza di sorgive mediche termali nell'agro della nostra città, oggi non rimangono tracce scoperte di sorgenti termali, mentre continua a scorrere il ruscello Rio Vivo.
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Commissioni Consiliari
COMMISSIONI CONSILIARI
Le Commissioni sono organi interni del Consiglio e sono costituite allo scopo di favorire la preparazione, l’approfondimento, lo studio e la proposta di argomenti attinenti agli atti di competenza consiliare.
Nell’ambito delle rispettive attribuzioni, le Commissioni hanno il compito di :
a) Assumere diretta conoscenza dell’andamento e delle questioni concernenti enti, aziende istituti, società consorzi ed altre forme associative, a cui il Comune partecipa, e riferire in Consiglio;
b) Esaminare ed approfondire, con idonea relazione finale, le più rilevanti questioni di interesse dell’Amministrazione, loro deferite dal Consiglio, dalla Giunta o dal Sindaco;
c) Svolgere esami su materie ed argomenti di particolare interesse per la città, segnalandoli all’organo competente per le ulteriori decisioni da adottare
Prima commissione consiliare (link)
Ordinamento istituzionale ed organizzazione amministrativa
Funzioni: Partecipazione, organi di decentramento, consigli circondariali, commissioni e comitati di gestione – Manifestazioni celebrative – Regolamenti – Organizzazione degli uffici e dei servizi comunali. Valutazione cisti/benefici, personale.
Seconda commissione consiliare(link)
Programmazione finanziaria dello sviluppo economico e del turismo
Funzioni: Programmazione finanziaria e formazione dei bilanci, disciplina per la gestione dei tributi, iniziative sull’evasione fiscale e tributaria – Programmazione e promozione delle iniziative atte a favorire lo sviluppo economico e del turismo, in contatto con le forze produttive e occupazione giovanile – Piano generale del commercio, fiere e mercati – Servizi del mercato ittico e del pubblico macello.
Terza commissione consiliare(link)
Gestione del territorio
Funzioni: Nuovi strumenti urbanistici per lo sviluppo equilibrato del Territorio e verifica di quelli vigenti – Assegnazione alloggi popolari ed iniziative per l’equo canone – Gestione dei servizi di viabilità, traffico, vigilanza urbana.
Quarta commissione consiliare(link)
Opere e lavori pubblici
Funzioni: Opere lavori pubblici, gestione dei beni demaniali e patrimoniali del Comune – Gestione dei servizi di acquedotto, fognature, depurazione, illuminazione pubblica, parchi e giardini, cimiteri – Programmazione degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria di immobili, strade, impianti ed altro – Piano della Protezione Civile
Quinta commissione consiliare(link)
Servizi sociali istruzione, cultura e sport
Funzioni: Promozione e coordinamento delle attività delle scuole con particolare riferimento a quelle per l’infanzia (statali, comunali convenzionate) – Coordinamento, d’intesa con i comitati o consulte istituite, delle attività culturali, ricreative, della biblioteca comunale, dell’uso dell’impiantistica sportiva e delle attrezzature presenti nel territorio – Servizi di trasporto e mensa scolastica – Studio e programmazione delle politiche di sicurezza sociale (assistenza, cure climatiche, ricovero ed altro), in favore degli anziani e delle altre categorie svantaggiate e della loro integrazione sociale.
Sesta commissione consiliare(link)
Ambiente, ecologia e programmazione sanitaria
Funzioni: Inquinamento, difesa dell’ambiente e della salute- pulizia della città e smaltimento rifiuti – Studio e programmazione delle politiche e della salute – Pulizia della città e smaltimento rifiuti – Studio e programmazione sanitaria di intesa con gli organi sanitari locali.
Prima commissione consiliare
Presidente: Sebastiano Di Campli
Silvio Mario Orlando
Vincenzo Sabella
Nicolino Di Michele
Vicepresidente Annibale Ciarniello
Seconda commissione consiliare
Presidente: Oscar Daniele Scurti
Andrea Casolino
Francesco Di Giovine
Basso Di Brino
Vicepresidente Francesco Roberti
Terza commissione consiliare
Presidente: Maria Grazia Cocomazzi
Gennaro Fabrizio
Giovanni Di Tella
Remo Di Giandomenico
Vicepresidente Michele Marone
Quarta commissione consiliare
Presidente: Silvio Mario Orlando
Vincenzo Sabella
Salvatore Di Francia
Daniele Paradisi
Vicepresidente Nicolino Di Michele
Quinta commissione consiliare
Presidente: Antonio Giuditta
Salvatore Di Francia
Giovanni Di Tella
Paolo Marinucci
Vicepresidente Remo Di Giandomenico
Sesta commissione consiliare
Presidente: Mario Potena
Michele Barile
Antonio Sciandra
Paolo Marinucci
Vicepresidente Francesco Rinaldi